Scheiwiller, 2003 ISBN 88-7644-344-4
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Milano, maggio 1875. Scandalo nell'alta società. La poetessa Evelina
Cattermole, anima dei migliori salotti cittadini, viene sorpresa dal
marito Eugenio Mancini, nell'alcova del suo migliore amico.
L'inevitabile duello alla pistola si svolge nella campagna lombarda.
L'amante viene colpito al ventre. Muore pochi giorni dopo.
Ripudiata da Eugenio, figlio di un eminente uomo politico
risorgimentale, scacciata da Milano, Evelina torna a vivere nella sua
città, Firenze. Addio salotto della contessa Maffei, addio Scala, feste,
corteggiatori. Sola e povera, evitata da tutti gli amici di un tempo, a
ventisei anni deve reinventarsi a vita.
Comincia a collaborare con alcuni giornali, pubblica un libro di poesie
e lo firma con lo pseudonimo romantico di Contessa Lara. Le sue
rubriche piacciono, i versi vanno a ruba. Evelina, ormai per tutti
Contessa Lara, si trasferisce a Roma. Diventa famosa accanto a
personaggi come D'Annunzio, Carducci, Matide Serao, l'editore
Sommaruga...
Per quasi vent'anni firma sul "Corriere della Sera" di Torelli Viollier
una rubrica di moda, costume e bon ton, la madre di tutte le moderne
rubriche femminili.
Affascinante, intelligente, accompagnata dal sapore del peccato e dello
scandalo, la Contessa Lara vive tumultuose storie d'amore. Mai
per interesse, sempre e soltanto per il piacere dell'amore.
Pagherà la sua indipendenza e questi amori con la vita. Viene uccisa a
soli quarantasette anni da un giovane pittore spiantato, l'ultimo dei
suoi numerosi amanti. Con un colpo di pistola al ventre.
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