Rusconi, 1991 ISBN 88-18-70201-7
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«Il Savoia più bello e popolare»:
così un giornale dell'epoca definisce Luigi Amedeo di Savoia. L'elogio è
sincero e meritato. Il personaggio, scrive Gigi Speroni in questa
biografia, ha un fascino tutto speciale. Di temperamento introverso
eppure aperto all'amore e all'amicizia, Luigi Amedeo predilige le grandi
avventure in montagna e sui mari, tanto da guadagnarsi il titolo di
«principe esploratore».
Luigi Amedeo, noto come Duca degli Abruzzi, ebbe una vita impegnata in
esperienze diverse. Mai coinvolto dalla politica e dalle trame di
palazzo, rimase sempre fedele a se stesso dal momento in cui, nel 1879,
entrò in Marina come mozzo, poi quando diventò comandante della flotta
durante la prima guerra mondiale, infine quando costruì, in Somalia, il
villaggio agricolo che prese il suo nome, conclusione di un'esistenza di
solitudine e di meditazione cui non era estranea l'azione diretta,
pronta, efficacissima.
Gigi Speroni mette giustamente in rilievo le imprese del Duca degli
Abruzzi, le cui tappe fondamentali furono l'esplorazione del Polo Nord
(1899), la conquista del Ruwenzoni (1906) e quella del Bride Peak, sul
Karakorum (1909). Ma dietro le luci del personaggio di successo, amato
dai salotti e dalle belle donne, si nasconde l'uomo che conobbe il
sapore della delusione. Amò, riamato, una ricca ereditiera americana, ma
non gli fu possibile sposarla per il veto posto dal cugino, Sua Maestà
Vittorio Emanuele III.
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